
Il de profundis è arrivato questo pomeriggio anche per l'Avellino: il TAR del Lazio ha rigettato l'ultimo ricorso degli irpini che ora dovranno rassegnarsi alla serie D. Uno dei tantissimi ricorsi che gravano sulla formazione del calcio professionistico italiano si è concluso. Ma ne restano tantissimi aperti, con mille richieste, spesso senza fondamento e con molta presunzione. Il calcio italiano è all'anno zero con la necessità di regole certe e chiare ed evitando i trucchi contabili e i faccendieri che stanno rovinando il gioco più bello. L'eliminazione mondiale dell'Italia non ha insegnato nulla a nessuno.
Gravina sollecitato ieri nuovamente sulla partenza ormai slittata della stagione ha detto stizzito: "Vista la situazione la C non parte. Qui la mattina c'è chi si alza e ne inventa una: blocco i ripescaggi, datemi la C, faccio le seconde squadre. Ma stiamo scherzano? Nel direttivo ho detto ai componenti, scusate, ma non so davvero cosa fare. La confusione regna sovrana e non per colpa nostra. Oggi so che dovremmo avere 56 squadre, ma non so ancora quali. E non possiamo neanche formare i gironi. Siamo ingabbiati dai ricorsi: dell'Avellino, dell'Entella, del Como e ancora del Santarcangelo. Poi arriva il Bari che pretende, non so in base a quale norma, di giocare subito in C e a ruota mi chiamano Messina e Taranto per far notare che non sono secondi a nessuno per quel desiderio".

- Login o Registrazione
DI' LA TUA
0