
La notizia arrivata ieri è di quelle che ti fanno gelare il sangue nelle vene e ti lasciano solo un interrogativo: perché?
Siamo abituati a seguire i nostri beniamini sportivi, a seguirne le gesta ed accoglierli nella nostra quotidianità come persone vicine, è per questo che davanti a certe notizie si resta sbigottiti, dispiaciuti e addolorati.
Sara Anzanello, campionessa di pallavolo, se n'è andata a soli 38 anni. Sara questa volta non è riuscita a murare un attacco, un attacco che viene da una malattia vigliacca che difficilmente ti lascia scampo. I problemi di Sara sono iniziati nel 2013 quando in Azerbaigian (paese dove giocava per la squadra del Azerreyl) contrasse una forma aggressiva di epatite che la costrinse al trapianto di fegato. Una bella batosta che non fermò la nostra centrale che riuscì a riprendersi e tornare in campo nella formazione B1 dell'Agil Novara. Perché Sara Anzanello lontana dal mondo del volley non poteva starci, per nessun motivo. Quando pensi di aver già pagato il tuo pegno con il destino la sfortuna torna a bussare e per Sara c'è stato un peggioramento che l'ha portata ad essere di nuovo in lista per un trapianto ma questa volta i nemici sono diventati due. Ad aggravare la situazione un tumore al sistema linfatico diagnosticato poco tempo fa e che velocemente ce l'ha portata via.
La nostra campionessa ha fatto parte della gloriosa spedizione azzurra che conquistò il titolo mondiale a Berlino nel 2002 e proprio in questi ultimi mesi aveva seguito con passione e partecipazione le spedizioni mondiali sia della squadra maschile che femminile. E sono state proprio le azzurre a regalare a Sara l'ultimo sorriso mentre dal suo letto dell'ospedale Niguarda di Milano faceva il tifo per loro.
Nella sua ultima lettera esprimeva il suo desiderio di "Vivere, senza grandi pretese, ma vivere", e noi siamo sicuri che attraverso il nostro ricordo vivrà per sempre. Addio Sara, ci mancherai...
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