
Giocando con i ricordi, pensiamo al Cammino Francese (estate 2016 - 870 km) come quello dell’innamoramento, al Portoghese (estate 2017 – 630 km) come quello della consapevolezza ed a quello del Nord (estate 2019 – 830 km) come quello del cibo.
Il Francese da Saint Jean a Santiago/Finisterre è stato il nostro primo cammino, prima volta con lo zaino, prima volta nei dormitori, prima volta che ti senti veramente un pellegrino, e non, per fede, ma perché, pensateci, ci si permette il lusso del vagare liberi. Il Francese, nonostante affollato, va fatto per i suoi differenti tratti (Pirenei, Pamplona, Burgos, Meseta e Leon). Va fatto perché è il primo cammino per molti, gli stessi che diventano amici senza bisogno di presentazioni: si inizia a parlare e basta e, visto che i km sono tanti, sono tante anche le parole. Gente che non rivedremo mai più, ma che ancora ringraziamo sorridendo al ricordo. L’arrivo a Santiago è un flashback dei km percorsi, ed al volteggiare del botafumeiro nella Cattedrale, ci si sente eroi, eroi in mezzo a tanti come noi e di tutte le nazionalità, uniti da un comune linguaggio: il cammino percorso. Si! il cammino Francese va fatto perché ti battezza, ti fa innamorare ed anche dopo 870 km a piedi in 21 giorni, si vorrebbe proseguire. E così sarà!
Il Portoghese lo scegliamo perché, in parte, è un cammino solitario tra villaggi di pescatori ed interminabili ma profumatissimi campi di pomodoro. Sarà l’assenza di pellegrini ma questo cammino ci dà l’opportunità di passare vero tempo insieme e quindi, pensiamo scherzando: se arriviamo alla fine ancora in grado di rivolgerci la parola…sarà un miracolo. Da Lisbona a Santiago percorriamo circa 630 km in 15 giorni, che ci sciroppiamo con buona agilità e accompagniamo con abbondante vinho verde. I passaggi da Tomar, Coimbra, Porto, e l’emozione di attraversare il confine tra Portogallo e Spagna sono l’essenza del nostro viaggio. E arriviamo per la seconda volta a Santiago, beh questa volta il senso di eroicità onestamente è minimo, ma è aumentato quello della consapevolezza. Si, dopo questi ulteriori km siamo certi di essere dei camminatori.
Dopo un cammino in Giappone (2017) , la terra di Spagna ci richiama e questa volta la scelta è scontata. Siamo esperti, ci diciamo, e siamo gastrocamminatori (gazzetta running: da Roma ad Ortona). E allora l’idea di partire da San Sebastian (indiscussa mecca gastronomica) e di attraversare la Spagna del Nord e le sue delizie, ci stuzzica. E diventiamo incredibilmente abili nell’imbucare nello zaino qualcosa per essere presentabili anche in ristoranti ultrastellati che contiamo di raggiungere lungo il percorso. Ci sediamo al Mugariz (uno dei migliori ristoranti al mondo) e poi proseguiamo nel rituale: camminiamo, consegniamo gli zaini prima di accomodarci in eleganti sedute e poi camminiamo di nuovo, ed ogni occasione è buona per coinvolgere i nostri palati. Imperdibile il ristorante Nerua (Bilbao), e poi la Cantabria con le sue acciughe e poi le Asturie: la sidra (con il suo ipnotico rituale di mescita) e la fabada (cremosa zuppa di fagioli, chorizo, morcilla e pancetta) ed il queso de cabrales (pungente formaggio erborinato). Il tutto macinando alla fine oltre 830 km in 20 giorni, godendo sempre della vista dell’oceano che si infrange sulla costa. Si, il Cammino del Nord è il più bello e gustoso tra quelli fatti. E’ duro, conviene dirlo, le salite e le discese non perdonano e la pioggia. nonostante sia Agosto, alcuni giorni ci tormenta. Ma il cammino mette fame, il cibo, ragazzi, ispira e l’oceano “condisce”. Arriviamo a Santiago e all’arrivo la soddisfazione è tanta: gli 830 km percorsi ci dicono che ci siamo, e seduti a Casa Marcelo (gastrobar stellato), ci rendiamo conto che di km, io e Francesca insieme, ne abbiamo fatti, ma nulla rispetto a quello che speriamo di fare.
E che sia di minima ispirazione per chi volesse, è il caso di dirlo… seguire le orme, non nostre, ma di camminatori che non raggiungeremo mai.
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